CURIOSITA'
- Si alzano, camminano nervosamente avanti e indietro, imprecano, Colti da un improvviso furore agonistico, tranquilli impiegati e insospettabili casalinghe perdono le staffe quando è il figlio a scendere in campo. Sono scene di ordinaria amministrazione per chi frequenta i campetti il sabato pomeriggio o la domenica mattina, ma ora IL FENOMENO E’ STATO STUDIATO SCIENTIFICAMENTE!!!
- nSecondo una ricerca condotta negli USA, i genitori più inclini ad arrabbiarsi durante i match di calcio giovanili sono quelli che prendono come una questione personale ciò che accade ai loro ragazzi. Un atteggiamento, a quanto pare, piuttosto diffuso: nel corso delle partite circa il 50% del campione studiato si è innervosito ed una parte di questi soggetti, pari al 20% del totale, ha espresso apertamente il proprio disappunto.
- nAd approfondire il tema dei “genitori-ultras” sono stati degli psicologi dello sport dell’Università del Maryland, JeY Goldstein e Seppo Iso-Ahola. I due hanno chiesto a 340 persone di compilare dei questionari prima e dopo le gare dei figli, di età compresa tra gli 8 e i 16 anni. Tra i parametri rilevati c’erano i livelli di stress, di rabbia e di aggressività. I risultati mostrano che le partite, certo non paragonabili come importanza alla finale dei Mondiali di calcio, per molti sono state una cospicua fonte di nervosismo. Un genitore su due ha infatti ammesso di essersi arrabbiato. Tra le cause scatenanti figurano, in ordine di importanza, l’arbitro, i compagni di squadra del figlio, gli avversari, commenti o gesti offensivi, l’allenatore e il gioco scorretto. In molti casi il livello di tensione accumulato durante l’incontro è stato tutto sommato contenuto. Quasi due genitori su dieci, tuttavia, non sono riusciti a controllarsi e hanno manifestato in vario modo la loro disapprovazione per quello che accadeva in campo. I più scalmanati – quelli che hanno urlato, si sono alzati in piedi o hanno fatto gesti di vario genere – sono stati circa il 10% del totale.
- nPerché persone solitamente tranquille ed equilibrate non riescono a contenersi? Secondo Goldstein Iso-Ahola, la cui ricerca è stata pubblicata sul Journal of Applied and Social Psychology, è la personalità dei genitori a fare la differenza: chi, rispondendo ai questionari, ha mostrato di basare la propria autostima su fattori esterni come la fama o lo status sociale si è rivelato più incline a perdere il controllo. Questi soggetti, dicono i ricercatori, tendono infatti più degli altri a considerare come una questione personale ciò che accade ai figli in campo. Figli che, in sostanza, sono ritenuti un’estensione di sé stesso.
- Anche se la società americana non è identica alla nostra, sugli spalti gli eccessi di mamme e papà hanno cause tutto sommato simili. “in Italia – dice Diego Polani, presidente nazionale dell’Associazione italiana psicologia dello sport – il comportamento aggressivo si osserva soprattutto in genitori che cercano di raggiungere attraverso i figli quesi risultati sportivi che loro non sono riusciti ad ottenere oppure in quelli che vedono i figli come un veicolo per raggiungere il successo.
- nSimili comportamenti possono avere conseguenze molto negative sui ragazzi. “Alla lunga – continua Polani – si possono avere tendenze al bullismo e ad un gioco più violento o viceversa, se il figlio si vergogna del genitore, insicurezza e paura ad affrontare il mondo.